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Sckrì, sckrì, sckrò

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Febbraio 2014
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"Sckrì, sckrì, sckrò

Tutt vév’n e ghij no,

tre so li bèll v’ccu°n:

carn, pésc e maccaru°n".

(Sckrì, sckrì, sckrò - tutti bevono ed io no – tre sono i bei bocconi – carne pesce e maccheroni)

È la vecchia filastrocca che negli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso gruppi di ragazzi, coppie di donne o di maschi, tutti mascherati (generalmente il maschio indossava gli abiti femminili e viceversa), facendo rumore coi coperchi di tijèlle (tegami) e girando per le strade, recitavano a parenti ed amici per ricevere in cambio di questi versi carnevaleschi (declamati con voci in falsetto e atteggiamenti esagerati di uomo o di donna) uova, salsiccia, polmonata, nòglie, scavidatelli, tarallini al vino bianco zuccherati, vino nero come gnòstro (inchiostro). Ed è appunto da questa filastrocca e usanza che prende nome e spunto la manifestazione svoltasi domenica 19 febbraio u.s., giunta quest’anno alla seconda edizione, eccellentemente organizzata dalla locale sezione Pro Loco di Troja. Giorni prima erano stati sistemati lungo via Regina Margherita, via di Vagno e via Pasqualicchio i carnuwale impagliati, fantocci dalle sembianze umane anch’essi riprendenti la vecchia tradizione della loro esposizione davanti ai sottani o agli inizi delle strade seduti con un fiasco di vino, simbolo della trasgressione prima del periodo della penitenza quaresimale. Le maschere di tanti bambini ed adulti, radunate già dalle prime ore pomeridiane in largo Villa per attendere gli sposi Maculata Polmonata e Necchino Rocchiotello, i rispettivi genitori, i compari e gli invitati, hanno accompagnato il corteo nuziale che si è snodato lungo via Regina Margherita per arrivare in piazza Cattedrale. Sposi, parenti ed invitati erano mascherati con abiti rigorosamente nostrani, sgargianti e vistosi, tutti con abbondante trucco e con scambio dei ruoli (l’uomo  con  vestiti  e  trucco  da  donna  e  viceversa). In piazza Giovanni XXIII, gremitissima di

gente, sugli scalini della Cattedrale, davanti al sindaco, ai testimoni ad al barbiere (antico regista degli eventi nuziali) è stato celebrato il rito civile del matrimonio tra battute e discorsi in dialetto italianizzato. Musica e balli hanno fatto da contorno al banchetto nuziale, dove tutti hanno potuto degustare i prodotti locali (dai fagioli con le cotiche, alla salsiccia di maiale alla brace, ai dolci carnevaleschi ed alle immancabili pizze fritte, il tutto accompagnato da abbondanti libagioni di nero di Troia). Durante la serata sono stati distribuiti numerosi premi: dalla maschera più originale (premiata con un fine settimana per due persone) ai fortunati possessori dei tickets del banchetto estratti (oltre trentasei premi offerti da operatori commerciali locali). La serata si è conclusa con il funerale di Carnevale, anch’esso riprendente un’antica usanza, dove un fantoccio, tra lamenti e grida, è stato trasportato su di una panca addobbata con un panno nero lungo la chiazza (via principale del paese) fino a piazza Cavalieri, sede della locale sezione della Pro Loco, luogo destinato per accippare (accendere) Carnevale. Un plauso va ai soci della Pro Loco e a quanti hanno collaborato alla realizzazione della manifestazione che hanno saputo degnamente riscoprire tramite il carnevale le radici culturali della terra di Troja.

 

 

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