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INTERVISTA AL SINDACO USCENTE EDOARDO BECCIA: IL MIO IMPEGNO CONTINUA

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Marzo 2014
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Un incontro a tutto campo con Edoardo Beccia, sindaco uscente della nostra città, una vita spesa a favore della comunità  che ha amministrato con “passione e amore”, una vita al servizio del “suo popolo”, perché  l’impegno di un vero politico deve essere servizio per promuovere il benessere dei “suoi” cittadini. Il sindaco Beccia, com’è nel suo carattere, non ha cercato di girare attorno alle domande che gli abbiamo posto; le sue risposte ad ogni argomento sono state chiare ed esaustive.

Si candiderà durante la prossima campagna elettorale? Se gli amici mi vorranno, sì.

In quale area? La mia storica, quella dei moderati. Nella realizzazione della lista che stiamo facendo con un gruppo di amici, non faremo un riferimento particolare ai partiti perché la politica della Città di Troia è talmente grande che non può essere chiusa all’interno di un partito. Mentre ogni partito dà la sua dimensione di un fenomeno, tutti devono concorrere alla realizzazione di una proposta politica. Quello che ci stiamo sforzando di fare nella realizzazione di questa lista è di far convergere tutte le anime di una considerazione civica, che prescinda dai partiti stessi e ingobandoli, ma che non vuole essere succube di nessuno. Alla luce di questo, in seguito alle divergenze con le dirigenze locali ho comunicato all’on. Angelo Cera, referente regionale e provinciale del partito dell’UDC di cui io sono tesserato, la mia sospensione - mi auguro temporanea - dall’iscrizione locale al partito, nel quale però io continuo ad identificarmi in una visone nazionale che è comunque una linea guida importante per chi fa politica. Con il gruppo con il quale stiamo lavorando arriveremo presto alla presentazione del candidato sindaco, delle linee programmatiche e successivamente della lista. I tempi saranno legati anche al prossimo consiglio comunale di chiusura delle attività previsto entro l’8 aprile.

In base a quanto emerso dall’ultima riunione del direttivo dell’UDC (22 marzo us) ci potrebbe essere un’apertura del nuovo gruppo rispetto al partito? Siamo disponibili ed aperti ad ascoltare tutte le esigenze di natura politica. Se ci sarà un confronto (a cui siamo totalmente aperti) e le valutazioni che emergeranno saranno solamente legate a persone o a fatti, sinceramente mi sembra anche giusto che ognuno faccia la sua strada. Se invece la valutazione che prevale è quella di un bene comune all’interno di un rinnovamento profondo, siamo ben lieti di accogliere quella che è stata la mia famiglia politica fino alla lettera che ho preannunziato, ma anche una famiglia di amici e di persone con cui ho condiviso strada, idee, affetti e percorsi.

 

 

Oggi un tema forte è la “disaffezione alla politica”. Anche la gente di Troia è colpita da questo sentimento? Tutt’oggi la “piazza” non fa che parlare delle prossime amministrative e delle possibili coalizioni, ed anche questo è partecipazione.

Ci vuol proporre un identikit del prossimo sindaco di Troia? Il mio identikit è legato a una concezione che ho maturato in tutti questi anni. Non abbiamo bisogno di un capo, ma di un coordinatore di guida, un uomo o una donna che sappiano avere la capacità di far venir fuori il meglio da tutte le collaborazioni che possono stare intorno a chi ha la responsabilità, non di “dettare la linea” ma di far sì che tutte le energie camminino nella stessa direzione. Bisogna avere un “obiettivo comune” camminando insieme: lo diceva già Seneca.

L’attualità impone, per chiarezza, una risposta sulla sua discesa in campo e sui rapporti fra lei e Giuseppe, suo figlio, che capeggia un’altra lista. Spesso in politica si è sentito parlare di delfini. Lo stesso Bossi replicò che al massimo in famiglia non c’erano delfini ma trote: questo parallelismo mi sembra molto significativo. In casa mia fortunatamente non ci sono delfini e non ci sono trote. Ci sono persone che pensano con la propria testa e che riescono ad amare con il proprio cuore. Amare una città è difficile da spiegare. Giuseppe ama la sua città e ha la sua passione; io ho la mia passione e amo la mia città. Riusciamo ad amarla tutti e due pur facendo dei percorsi e delle strade diverse. Sono orgogliosissimo di questo e sono orgoglioso di avere un ragazzo che ragiona insieme con altri amici, perché questi percorsi non sono mai autonomi  e vengono sempre vissuti  da gruppi capaci di dar vita, di percorrere una strada che è piena di rischi e anche di sconfitte oltre che di vittorie, che possono portare poi un frutto per questa città. Per quanto riguarda poi la mia discesa in campo, essa non è legata a un “voler stare per forza a tutti i costi” sulla scena. La mia discesa in campo è motivata dal senso di responsabilità affinché non vada perso quello che è stato fatto in questi  anni. Dopo 15 anni di amministrazione tantissime sono le cose non scritte, ma vivono solo nella testa e nel cuore di chi le ha pensa ed ideate. La discesa in campo è un modo per trasmettere questa esperienza e per essere al fianco a persone più giovani, più libere, per poter poi elaborare le cose fatte e non vivere di queste ma andare avanti. L’ipotesi politica che ho fatto agli amici della coalizione di cui sono animatore è quella che ci possa essere una rappresentanza del passato (nella logica della trasmissione della memoria storica) e un grande rinnovamento in tutte le altre presenze. Una presenza non assoluta ma di garanzia per il futuro.

Quale ruolo vorrebbe assumere nella nuova compagine? Il ruolo viene determinato dall’autorevolezza che riesci a raggiungere all’interno del gruppo; per cui io mi auguro che il gruppo che possa accogliere le mie considerazioni  possa essere vincente. All’interno del gruppo vincente quella che è l’esperienza possa diventare non un ruolo di specificità ma un ruolo di connessione.

 

Nei primi 100 giorni quali sono le priorità o che cosa suggerirebbe di fare alla nuova amministrazione? Il passaggio di consegna diventa ancora più esplicativo. La prossima amministrazione si dovrà confrontare in maniera rapidissima con le scuole all’interno di quello che è il servizio mensa: la prossima amministrazione non potrà gestire il servizio mensa in economia così come lo gestiamo noi. Questo significa o decidersi a darlo in appalto o decidersi a ristrutturare la cucina con un impegno economico di oltre 100.000€. Noi non lo stiamo affrontando questo discorso perché è una scelta politicamente molto forte ed è giusta che la decisione la prenda chi avrà la necessità di portare avanti un percorso così come altrettanto immediato è la gestione degli impianti pubblici sportivi, culturali, ricreativi proprio perché è necessario darsi un’organizzazione che possa far diventare la gestione compartecipazione. Poi una cosa che mi piacerebbe, ma che dovrebbe avere anche una forma di compresenza, è un piano regolatore, se così si può chiamare, degli edifici pubblici. Molte volte succede che cambia il sindaco e cambia la destinazione di questi edifici. Se c’è un piano regolatore quindi una progettualità non solo statica ma funzionale dei beni si potrà dare origine ad una concatenazione di essi (San Domenico, San Francesco, l’utilizzo della nuova Chiesa delle Croci, l’utilizzo di quello che sarà il contenitore della Chiesa dei Morticelli). Definire un po’ tutte queste strutture in collaborazione con le associazioni culturali o comunque con il popolo potrebbe diventare l’elemento forte, anche perché avrà i suoi cinque anni di gestione di una prossima amministrazione. Poi gli aspetti organizzativi del personale:  a me piace sempre di più l’organizzazione all’americana, nel senso che chi vince si porta i suoi proprio perché bisogna stabilire anche all’interno di strutture fortemente burocratizzate come quella del Comune una realtà di fiducia. Il suggerimento che dò agli amici nella realizzazione di questo è di avvalersi di una struttura forte che sia intermedia tra quella politica e quella amministrativa che io definisco lo staff del sindaco che ritengo un elemento nuovo di gestione e che è anche quello che ammorbidisce le decisione politiche non diluendole, ma facendole arrivare goccia a goccia dappertutto e liberando la parte politica dall’aspetto di controllo gestionale. Quindi vedo una scaletta: sindaco, giunta, consiglio, staff del sindaco, amministrativi.

Nella lista di cui andrà a far parte in che porzione sono presenti le donne? Io mi auguro al 50%.

Ripercorriamo un po’ questi due mandati. Quale può essere il bilancio? Diciamo che sarà una considerazione che faremo durante la campagna elettorale. Si parla di Raccolta Differenziata? Da noi si parla di rifiuti zero. Sena entrare nello specifico di 100 e 100 argomenti che sono stati trattati, noi possiamo dire che si parte “da tre e non da zero”, per dirla alla Troisi. E questo non è un bilancio personale, ma un bilancio della città. La città non parte da zero ma da un livello superiore: tutto questo non è testimoniato dalle mie parole ma dai dati della Camera di Commercio. Avete letto tutti, l’anno scorso, che Troia è sesta nell’ambito della Provincia tra i Comuni per quanto riguarda il reddito pro-capite, tanto che l’Università di Foggia ha avviato uno studio sulla progressione della situazione economica cittadina.

La raccolta differenziata è il provvedimento di cui si sente più soddisfatto, oppure ce ne sono degli altri? Tantissimi altri. Non posso fare io da primo cittadino un bilancio, quindi faccio appello ai commentatori della vita politica e sociale di valutare con consapevolezza le capacità e la grandezza raggiunta dalla nostra città.

Un chiarimento sull’eolico, considerando che è l’argomento più frequente che usano i cittadini per attaccarla? Dai punti di vista etico ed economico l’eolico non è in discussione. Presumo che sia superfluo fare delle considerazioni tra rinnovabili e non rinnovabili. Noi abbiamo sul nostro territorio poco meno di 100 grandi pale. Ogni pala frutta al proprietario dai 4.000 ai 10.000 € annui: soldi che restano sul territorio. Le somme che il Comune ha incassato, tra royalty e l’Ici, sono state circa € 1.200.000/1.300.000, che si sono riversate sulle casse comunali che ci hanno permesso di dare non un solo servizio alla cittadinanza – perché qualcuno banalmente dice: ”Sì, ci avete dato la circolare” –, ma ben altro: l’aiuto alle famiglie attraverso l’erogazione della mensa gratuita alle scuole materna e cosa più grossa, che qualcuno nasconde volutamente, il pagamento del 25% della tassa dei rifiuti. La tassa dei rifiuti costa al Comune di Troia 1.000.000/1.100.000. Noi siamo riusciti a scorporare il vivo della “munezza” (750.000 €) da quello che era il verde  che però è compreso nel contratto unico, portando così come per legge la copertura, credo caso più unico che raro nella Regione Puglia, alla copertura del 100% attraverso le bollette esattoriali e 250.000€ attraverso le royalty dell’eolico. Questo è un dato che considero economico accanto a quello etico ossia un discorso di un’energia rinnovabile, riduzione dell’inquinamento, miglioramento della qualità della vita.

Che fatto la sua amministrazione a proposito di sport e cultura? Forse siamo uno dei pochi comuni della Provincia che ha ristrutturato, ricostruendolo, un Teatro. I Teatri chiudono ma i nostri sono aperti, e tra l’altro sono aperti gratuitamente a tutte le compagnie locali, non solo troiane. Ormai siamo oggetto di utilizzo da parte di compagnie foggiane, lucerine e questo già potrebbe essere sufficiente a fare delle considerazioni.  Inoltre, le nostre scuole sono tranquille, sicure, sono organizzate, sono messe in ordine, certo non sono perfette perché la perfezione assolute non esiste ma sono sicuramente degli spazi vivibili dove i nostri bambini hanno la possibilità di stare in tranquillità e in sicurezza. Questa non è cultura? Abbiamo una serie di spazi che vengono utilizzati dalle associazioni, in maniera gratuita, perché la collettività, non l’amministrazione, si è fatta carico di coprire tutte le spese di gestione degli immobili che sono notevolissime e ciò avviene anche nello sport. Le palestre sono valide e sono adoperate da associazione in egual misura che fanno i turni senza contributi che non siano soltanto legati alla pulizia materiale.  E così anche il nostro Palazzetto dello Sport: purtroppo sarà uno dei problemi che le prossime amministrazioni dovranno risolvere e, in una logica più complessa anche di responsabilità, la gratuità non potrà essere una valutazione. Per noi è stata una scelta perché abbiamo voluto dare i contenitori in maniera che poi tutti potessero non poterne più fare a meno  e quindi rendersi conto che per l’aspetto gestionale è necessaria, poi, una collaborazione con una compartecipazione anche economica.

Il turismo decolla? Il turismo è già decollato. Avevamo un progetto con la Diocesi la cui collaborazione è naufragata, non per responsabilità di entrambi, ma per responsabilità di una gestione che si è avvitata su se stessa. Daunia Vetus aveva un obiettivo: valorizzare un piccolo contenitore locale (dico piccolo perché era riferito a piccoli borghi). Ci si è lasciati prendere da manie di grandezza, allargando il progetto a una serie innumerevole di enti e istituzioni. Alla fine sono venuti meno i contributi dei comuni, non si è stati capaci di elaborare un progetto culturale completo. Daunia Vetus si ridotta a quattro conferenze in un anno – per quanto bellissime e con relatori eccezionali – ma che non è un programma culturale! Per quanto riguarda il turismo a Troia, do una valutazione dai risultati economici: ormai abbiamo più di 25 bed&breakfast, ristoranti che hanno forse soltanto il problema di coordinare il giorno di chiusura, manifestazioni che si susseguono una all’altra. numeri di turismo? Quelli del turismo “mordi e fuggi” che ci ha caratterizzato sino ad oggi sono in costante crescita, mentre ormai siamo entrati nei percorsi stabili del turismo “ricco”. Siamo in crescita come turismo pedibus: il cammino dell’angelo si sta facendo sentire e il nostro hospital del pellegrino comincia ad avere addirittura prenotazioni, cosa molto importante. La via francigena è stata iscritta a pieno titolo nei programmi della Regione Puglia e quelli di Bruxelles. Mi interesserà di più vedere quanti sono i pranzi consumati a Troia, le notte dormite a Troia che saranno disponibili quanto prima per tutti.

Cosa lascia in eredità al suo successore in quanto a urbanistica? Lavoro, lavoro, lavoro, lavoro! La riorganizzazione della città che è già partita da qualche anno con il PUG e che deve essere completata. Elemento forte del PUG di Troia era, in passato, l’integrazione tra le città contermine. Oggi, questa visione è cambiata: occorre partire dal cuore della città con il recupero dei centri storici e con un “no” deciso – presumo anche come scelta politica – a nuove cementificazioni:  i servizi sociali non potranno esimersi dalla organizzazione a rete della città, offrendo servizi e impianti strutturali per le coppie separate, le ragazze madri, gli anziani, negli spazi lasciati vuoti del centro storico senza per questo ricorrere a nuove opere di cementificazione altrove.

A che punto è la questione della discarica di Giardinetto? Io, con una nota fortemente polemica, rispondo: è una domanda che dovete fare alla giustizia o ai suoi gestori.

C’è qualcosa in particolare che avrebbe voluto fare e non ha potuto fare per colpa di altri? No, le colpe sono sempre equamente divise. Non c’è una colpa assoluta. Di specifico: mi sarebbe piaciuto di più rafforzare, all’interno delle istituzioni, un rapporto proficuo. L’esempio più classico ma non unico nelle nostre considerazioni è il rapporto molto ambiguo che viviamo con la Diocesi: dobbiamo liberarci dalla sensazione di “sudditanza”, devozionale e affettuosa, affermando la capacità individuale del Comune come realtà laica. Questa è stata una battaglia personale e collettiva che ci ha portato ad affermare la nostra qualità, dignità, individualità, facendoci allontanare da obiettivi comuni, ma non condivisi  sulle strade da percorrere.

È possibile che durante la nuova campagna elettorale, qualche cittadino possa dimenticare? Sicuramente. Ci si abitua al meglio e si dà per scontato che il meglio sia stabile. Il problema vero è il mantenimento del bene. Ecco perché richiamavo la consapevolezza: sono tutti quanti a far sì che venga mantenuto questo obiettivo.

 

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