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IL TROIANO LUCA MADDALENA GIORNALISTA SU AGON CHANNEL

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Maggio 2015
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L'INTERVISTA

Luca Maddalena, classe ’85, è giornalista professionista dal 2014, anno in cui supera l’esame di stato per l’abilitazione professionale. Laureato in Scienze della comunicazione, muove i primi passi nel mondo del giornalismo durante gli anni universitari, iniziando ad E’ TV - Rete 7 Bologna, dove collabora con la redazione del telegiornale quotidianamente. Da Bologna si sposta a Napoli dopo aver superato le selezioni d’ingresso per frequentare la Scuola di giornalismo del “Suor Orsola Benincasa” diretta da Paolo Mieli. Poi arrivano esperienze più importanti: prima il TG5, dove cura la cronaca e riesce a firmare un servizio sul canile di Troia; poi la televisione di Stato: Rai News 24 e il Giornale Radio RAI, dove si occupa di economia. Partecipa, quindi, alle selezioni del programma “Americano. Il primo sulla notizia” di Agon Channel, il primo talent sul giornalismo che mette in palio un contratto di un anno con la redazione diretta da Giancarlo Padovan. Apprezzato da molti addetti ai lavori, l’esperienza di Luca ad Agon è proficua. Sfiora l’accesso alla finale e si classifica quarto, dopo aver vinto la concorrenza di oltre 200 candidati.


D.  Raccontaci brevemente il tuo percorso al programma l'americano di Agon channel


R. L’esperienza di “Americano” nasce un pò per caso un po' per la voglia di mettersi alla prova e di rompere un periodo grigio, dove le possibilità lavorative stentavano ad arrivare. Così dopo aver visto in tv il promo della trasmissione mi metto subito in contatto con la produzione. Prima di arrivare a Tirana, ho dovuto superare diverse selezioni. La concorrenza era agguerrita, unita da un unico minimo comune denominatore: la passione per questo lavoro, oggi tanto bistrattato quanto amato. Fortunatamente sono riuscito subito a colpire il direttore e gli altri due giurati grazie a un servizio sulla tragedia di “Charlie Hebdo” e il mio percorso è proseguito positivamente fino all’accesso tra i primi 10 che avrebbero avuto la possibilità di partecipare al programma. Non ti nego le mie perplessità. Una tv appena nata, un talent sul giornalismo, inedita novità nel panorama televisivo nazionale. Durante le selezioni ho pensato “qui stanno cercando gente per fare spettacolo e non giornalisti”. Tanto che ho messo in discussione la mia partecipazione al talent. Nutro profondo rispetto per questa professione che mai avrei voluto ridicolizzare, tanto meno in tv. Il lavoro del giornalista è un lavoro di grande responsabilità. Ma alla fine mi sono convinto e sono arrivato a Tirana, dove sono stato smentito dai fatti. Qui si è fatto giornalismo vero, con tanto di lavoro redazionale quotidiano e un numero incredibilmente alto di prove a sorpresa. Durante il percorso ho sempre messo sopra ad ogni altro aspetto il contenuto, la sostanza, mai l’apparenza. Alle telecamere che ci seguivano h24 non ci ho mai pensato. Per me contava mostrare solo di essere preparato, compentente. In una parola un valido giornalista, nulla di più.


D. raccontaci la tua attuale esperienza ad Agon news


R. Una volta concluso il talent con il mio quarto posto, il direttore Padovan mi ha dato la possibilità di restare a lavorare qui in Albania. Non potrò mai dimenticare il giorno dopo la semifinale, in cui il direttore si complimenta con me per il percorso e mi dice: “Lo vedi quel ragazzo seduto li in fondo? Lui è arrivato quarto come te nell’edizione albanese di Americano. E adesso lavora con noi!” Un gesto che ho apprezzato tantissimo, che mi ha dato ancora più fiducia. E da qualche giorno è cambiato tutto. Adesso non sono più Luca di Americano, ma semplicemente un nuovo (anche se in prova) redattore di Agon News. Meglio di così! La speranza è quella di restarci più tempo possibile, per continuare ad accarezzare un sogno dal quale proprio non mi voglio svegliare.

 

 

D. Considerando la crisi nel settore giornalistico che si respira soprattutto qui al sud, quali sono i tuoi progetti futuri?


R. Bella domanda. Anzi direi domanda da un milione di dollari. Che il giornalismo sia in crisi è un po il segreto di pulcinella. La gente non legge, non si informa. Soprattutto al Sud. E quest’istantanea del giornalismo è preoccupante. Se poi la si unisce a una situazione economica mondiale che non è certo delle migliori, il risultato è tristemente scontato. Mi chiedevi dei miei progetti futuri. Il mio sogno più grande è quello di condurre un TG nazionale. Lo rincorro fin da bambino, quando non facevo nient’altro che aspettare papà che tornasse a casa con il giornale per simulare una conduzione, dietro al tavolo della nostra cucina. Il giornalismo televisivo è il mio habitat naturale e spero proprio un giorno di realizzare tutto questo. Anche perché, la mia fan numero uno che è mia nonna Antonietta non aspetta nient’altro. E dovrei sbrigarmi un attimino visto che quest’anno compirà 96 anni (sorride).


D. Cosa vuoi dire ai troiani che ti hanno votato


R. Io volevo ringraziare tutti i troiani (e non) che mi hanno sostenuto in questo lungo percorso. Grazie per avermi votato sui social media: siete stati fantastici. Ho ricevuto un calore pazzesco, anche a distanza. Fosse dipeso da voi avrei conquistato una bella medaglia d’argento, visto che sono risultato essere il secondo più votato tra i miei compagni di avventura. Un grazie va anche e soprattutto alla mia famiglia, a mia madre che non si stanca mai di darmi coraggio, a mio padre, l’unico vero Maestro della mia vita: tutto quello che sono lo devo a lui. A mio fratello e mia sorella per il supporto, soprattutto psicologico, che mi hanno dato in tutti questi anni. E poi vorrei ringraziare una professoressa che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso di formazione: le sue parole, non proprio positive nei miei confronti, mi hanno dato quella rabbia fondamentale che mi ha fatto affrontare ancora con più determinazione ogni sfida che ho vissuto fin qui. Per lei il giornalista non l’avrei mai potuto fare, e invece oggi sono qui davanti alla mia postazione in redazione. E sorrido.

 

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