Sisma 2002, a Pietra la protesta dei sindaci
Maggio 2012 |
Giovedì 17 maggio, hanno sfilato senza le fasce tricolori consegnate al Prefetto
Lamarucciola, sindaco di Pietramontecorvino: “Vogliamo un incontro con Vendola”
PIETRAMONTECORVINO (Fg) – Tutti insieme per protestare contro l’atteggiamento del Governo nei confronti dei comuni colpiti dal terremoto del 2002: giovedì 17 maggio, a Pietramontecorvino 10 i sindaci dei Monti Dauni settentrionali hanno manifestato il proprio dissenso verso la mancata proroga a tutto il 2012 dell’emergenza post sismica e dei relativi provvedimenti per il completamento della ricostruzione. La protesta simbolica è stata messa in atto alle ore 19, durante la solenne processione in onore di Sant’Alberto, patrono del borgo. Soltanto Saverio Lamarucciola, sindaco di Pietramontecorvino, ha indossato la fascia tricolore in segno di rispetto del proprio ruolo in una giornata densa di profondi significati per la cittadinanza petraiola. Anche il sindaco di Pietramontecorvino, naturalmente, ha dato la propria adesione più completa e totale. I sindaci che hanno affiancato (quelli di Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Motta Montecorvino, San Marco la Catola e Volturino) non porteranno la fascia tricolore che hanno già consegnato in Prefettura. “I sindaci – spiega Lamarucciola – non indosseranno le loro fasce tricolori finché Nichi Vendola, il presidente della Regione Puglia, non terrà fede al suo impegno di incontrarci per discutere di questa e di altre importanti questioni da cui dipende il futuro delle popolazioni dei Monti Dauni. E’ necessario che lo stato d’emergenza per il completamento della ricostruzione post sismica sia prorogato al 31 dicembre 2012 – dichiara Lamarucciola – La consegna delle fasce è un atto simbolico col quale intendiamo richiamare l’attenzione del governo sui gravi problemi che ancora riguardano le conseguenze dell’evento sismico verificatosi quasi 10 anni fa”. Le lungaggini burocratiche, la scarsità dei fondi messi a disposizione e una sostanziale sottovalutazione delle conseguenze del terremoto in Capitanata hanno causato il procedere “a singhiozzo” di una ricostruzione ancora incompleta. La mancata proroga dello stato d’emergenza, oltre a bloccare il completamento della ricostruzione, causerà disorganizzazione e disorientamento riguardo all’utilizzo dei fondi già stanziati poiché non è stata predisposta una gestione transitoria che sostituisca l’attuale struttura. La consegna delle fasce, dunque, è il gesto simbolico attraverso il quale i sindaci del Foggiano vogliono mantenere alta l’attenzione verso questo problema: è necessario stabilire con certezza i tempi e le modalità per una chiusura definitiva dello stato d’emergenza relativo al terremoto 2002.
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