I FURTI DI RAME RISCHIANO DI SPOPOLARE LE NOSTRE CAMPAGNE
Ottobre 2012 |
CHIESTO INCONTRO URGENTE AL PREFETTO
“Ancora una volta siamo costretti a porre all’attenzione delle Istituzioni il fenomeno dei furti di cavi di rame nelle campagne che, dopo un periodo di relativa tregua, sta di nuovo assumendo il carattere di vera e propria calamità, provocando danni ingenti ai nostri imprenditori agricoli” così il Presidente della Coldiretti Salcuni motivando l’ennesimo S.O.S. lanciato al Prefetto di Foggia. “Non abbiamo avuto ancora il piacere di incontrare il nuovo Prefetto dott.ssa Latella che, sicuramente, provenendo da una terra difficile qual è la Calabria avrà tutta la necessaria esperienza per fronteggiare questi fenomeni malavitosi; questa volta però saremo irremovibili nel chiedere interventi duraturi nel tempo, finalizzati una buona volta a stroncare questo fenomeno, veramente indegno di un Paese civile”.
“Da oltre un anno” riferisce il direttore dell’Organizzazione agricola Donnini “Coldiretti sta insistentemente chiedendo interventi risolutivi per stroncare il fenomeno. Purtroppo, dopo un periodo di relativa tregua, anche a seguito di una maggiore attenzione al fenomeno da parte delle forze di polizia imposta dall’allora sottosegretario agli Interni on. Mantovano e dal vice capo della Polizia Prefetto Cirillo, ai quali Coldiretti Foggia presentò in maniera dettagliata l’entità del fenomeno in un incontro avuto al Viminale, oggi assistiamo ad una importante recrudescenza del fenomeno per debellare il quale non sono purtroppo sufficienti gli attuali spiegamenti di forze dell’ordine sul territorio che hanno portato a sporadici risultati in termini di catture in flagranza di reato (quasi sempre di soggetti dell’est Europa) e di recupero della refurtiva.
A nostro avviso , prosegue Donnini, la soluzione al problema non può non individuarsi in tre direttrici di azione: la prima è quella di un maggiore presidio del territorio che non può che vedere impegnato l’esercito, considerata l’ ampiezza dell’area da controllare. La seconda è un controllo capillare dei possibili centri di ricettazione e la terza è quella di un indispensabile inasprimento delle pene per i malviventi arrestati, che non possono, così come succede ora, essere rilasciati dopo 24 ore ed avere così la possibilità di reiterare il reato.
Non è tollerabile, conclude Donnini, che in un Paese civile gli agricoltori debbano organizzarsi di notte e fare le ronde per controllare il territorio, con il rischio concreto (e purtroppo è già successo….) di vedersi coinvolti in conflitti a fuoco trovandosi di fronte a gente assolutamente senza scrupoli. E’ giunta quindi l’ora che lo Stato dia un segnale forte per debellare definitivamente questo odioso fenomeno che rischia di contribuire in maniera sostanziale allo spopolamento delle nostre campagne, atteso il clima di esasperazione che ormai serpeggia sempre più fra i nostri agricoltori.
c.s
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