XI Ciclo Incontri Francoprovenzale a Torino
Ottobre 2012 |
Primo incontro a Torino il 3 ottobre
E' diventato, ormai, un tradizionale appuntamento da undici anni, e, così, l'Associazione Culturale Francoprovenzale di Puglia in Piemonte ha tenuto il primo degli incontri previsti dal ciclo 2012. Primi relatori il Dott. Francesco Candido, che ha trattato il tema de “Le minoranze linguistiche” e il Prof. Vito Tangi, che si è soffermato su gli “Ultimi anni dei Francoprovenzali a Napoli (arrivo degli Albanesi e Ungari)”.
Secondo alcuni storici, occorre far risalire l'origine di Faeto e Celle di San Vito al 1269 quando Carlo I D'Angiò, chiamato in Italia dal Papa Urbano IV per combattere contro la Casa Sveva, stringeva d'assedio Lucera, allora colonia saracena di ben 20 mila unità, che era stata lì destinata da Federico II di Svevia. Fu proprio in quella circostanza che il Re angioino, per impedire pericolose scorrerie dei saraceni fuggiaschi, distaccava dal suo esercito duecento soldati, mandandoli a presidiare la fortezza di Castel Crepacore, sul monte Castiglione, poco lontano dall'antico romitaggio di San Vito.
Era una fortezza di rilevante importanza strategica, dominando essa la via Traiana, incassata in quel punto tra due stretti versanti e passaggio obbligato per chi dal beneventano era intenzionato a scendere in Capitanata. Alcuni anni dopo il Re concedeva ai duecento soldati e alle loro famiglie l'utilizzo del castello e dei territori circostanti, già feudo dei Cavalieri Gerosoliminitani. Da soldati divenuti liberi cittadini, intorno al 1345, per sfuggire alla pericolosità della via Traiana, ridivenuta insicura per le audaci scorrerie di predoni e di furfanti, alcuni ritennero necessario cambiar sede. Avvenne, così, che un primo gruppo composto da famiglie si diresse a nord-est, verso l'alta valle del Celone, con l'intento di portarsi al castello abbandonato di San Felice. Successivamente, però, le famiglie abbandonarono questo vecchio maniero e andarono ad occupare le celle della non lontana dimora estiva dei frati di San Nicola, in una località più sicura, già sede, dal 1228 al 1294, dei Cavalieri di Calatrava, un ordine religioso-militare chiamato dalla Spagna da Papa Gregorio IX per la protezione dei pellegrini diretti in Terra Santa. Dalle Celle monacali ivi esistenti si suppone abbia avuto origine il toponimo della località e quindi dell'attuale Celle di San Vito, definito dagli esperti "avamposto in difesa dei Provenzali nella Daunia".
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