Balzac - Intervista al consigliere Nicola Scrima
Novembre 2012 |
“L’uomo superiore non è sul cammino di nessuno” scriveva cosi Honorè de Balzac. Il camminare su sentieri diversi è causa scatenante di aggressioni verbali e campagne denigratorie a cui da tempo assistiamo silenziosi e attoniti, rivolte ad uno nostro concittadino nonché consigliere comunale Nicola Scrima, invettiva che vede autrice una politica bieca, torva e perversa; perpetrata e propalata da sedicenti gruppi di velleitari desiderosi di protagonismo, con la bramosia di assurgere a ruoli di potere.
Assistiamo, inoltre, ancora una volta ad una rappresentanza politica di opposizione facinorosa e belligerante che perde di vista la buona politica lungimirante e prospettica, costruttiva e propositiva. Un’opposizione, quella di “Città Nuova” rappresentata da Giovanni D’Attoli, accanita su una questione futile e poco determinante come quella della IV Commissione Consiliare che vede Vicepresidente il consigliere Scrima.
Opposizione superficiale e distratta dove, anzichè concentrare la propria energia e operosità nei confronti di una maggioranza egemone, si sminuisce nell’accanirsi ostinatamente nei confronti di un collega consigliere con l’aggravante che, quest’ultimo, si è trovato candidato e sostenitore del gruppo stesso. Accanimento tale da vedere membri, come Panarese, Rubino e D’Attoli, abbandonare una seduta di consiglio comunale per protesta a discapito dei cittadini, venendo meno ad un senso civico di responsabilità; in difesa di un loro principio secondo cui il consigliere Scrima dovrebbe abbandonare la IV Commissione perché dissociatosi dal gruppo di appartenenza .
Causa della dissociazione da parte dello Scrima da “Città Nuova” (pur non tradendo mai la fiducia dei suoi elettori) sono state le divergenze di vedute, non riuscendo più a condividere la linea politica messa in atto, con delle scelte che vedevano il gruppo schierato in modo tale da creare soltanto confusione e mancanza di punti di riferimento certi nell’elettorato moderato.
Ci si chiede cosa giustifichi questi sordidi attacchi, il voler adulterare le opinioni altrui sul valore di un uomo che da poco si è presentato sulla scena politica … E’ forse un attacco alla storia? In lui forse vedono spettri, temono ombre di chi ha eretto monumenti nelle menti e nelle memorie degli uomini troiani ?
Nicola Scrima è stimato e apprezzato dagli avversari politici, ambito e corteggiato da dirigenze provinciali di vari partiti, probabile astro nascente di un nuovo scenario politico. Rappresenta il passato che ritorna, è la buona politica portatrice di ideali e valori sociali, di rinnovamento e di speranza, di libertà e democrazia, di quei valori etici e morali di ispirazione cristiana, quel passato che ritorna dissipando le nebbie che hanno offuscato la luminosa visione degli orizzonti di questi ultimi anni.
Intervista a Nicola Scrima:
R.: La mia città attraversa un periodo di disagio, vive uno stato precario oppressa dal peso di fenomeni complessi e trasversali: la crisi dei valori, il declino dell’integrità, la riduzione della moralità. E’ una società sempre più afona, una società scollata e intollerante, adulterata da uno sfrenato individualismo, da un’esasperata soggettività, da una mentalità preconcetta; una società sempre più “orizzontale” in cui “il deserto cresce” e sono sempre più labili i riferimenti valoriali e gli ideali comuni.
Dda : Considera capace questa compagine politica d’opposizione mi riferisco a “ Città Nuova” di rilanciare lo scenario politico locale?
R.:Il gruppo di “ Città Nuova” è una compagine politica a cui si dovrebbe demandare il compito di progettare e ridisegnare i profili aformi del futuro politico troiano ? E’ un Progetto che a parer mio/nostro è aprioristicamente fallito, abortito ancor primo di essere mentalmente concepito, poiché coloro che si attribuiscono la licenza e la capacità di espletare tale incombenza, altro non sono che personaggi politici di antico testamento ormai logorati e sfruttati dalle varie vicissitudini e dalle varie situazioni locali pregresse, rappresentanti miopi ed immutati nel tempo, anchilosati da vecchie ruggini e da deplorevoli ripicche.
Dda : Su chi dovrebbe ricadere questo onere? Quali soggetti dovrebbero avere questo ruolo?
R: …..Nella nostra realtà,vediamo operare solo soggetti in possesso di ruolo “auto - referenziato” ma sprovvisti di quelle capacità di “visione e di esempio” assolutamente indispensabili per costruire, soprattutto quando si tratta di costruire il “nuovo “. Credo che sia giunto il momento di pensare ad un vero sostanziale e concreto rinnovamento, di saper gestire i continui mutamenti e le improvvise accelerazioni di prospettiva sociale. Questo è l'obiettivo mio personale e de "L'Altra Agorà". Confido e confidiamo, nella genuina collaborazione di chi in passato ha già lavorato in tal senso, a tutte quelle espressioni moderate che, di valori come la democrazia e di virtù come quelle cristiane, da sempre ne ha fatto scudo.
Dda: Alla luce di quanto sopra ha esposto come considera l’operato di questa rappresentanza di minoranza?
R: L'attuale minoranza ritengo sia, se pur in modo discontinuo, l'opposizione più effervescente e più incisiva degli ultimi anni, anche se da qualche mese stiamo assistendo ad una vivace, per non definirla patetica, diatriba in consiglio comunale per un caso come quello della IV commissione, un’opposizione che si accanisce nei confronti di un collega consigliere di opposizione. Accanimento tale da vedere membri come Panarese, Rubino e D’Attoli, abbandonare una seduta di consiglio comunale per protesta a discapito dei cittadini, venendo meno ad un senso civico di responsabilità; in difesa di un loro principio secondo cui il sottoscritto dovrebbe abbandonare la IV commissione perché dissociatosi dal gruppo di appartenenza. In un certo qual modo sono ricaduti nell'immobilismo mentale, quello più lesivo che non permette l'avvicinamento, che preclude il dialogo e che tarpa la speranza per un processo di fusione. Volendo ricorrere ad una citazione di Benedetto Croce, credo, “Non sia una malattia transitoria” ma una malattia strutturale”.
Dda: Il suo voto di astensione in merito alla votazione del bilancio di previsione 2012, è stato ritenuto dal Sindaco Beccia, un atteggiamento intelligente di politica autentica, può meglio spiegarci la motivazione della sua scelta?
R.: Nell’ ultimo Consiglio Comunale si è portato fra i tanti accapi inseriti all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio di previsione 2012. La chiave di lettura che va data al mio voto di astensione bonaria è la seguente: in questo periodo di assoluta austerity, ho personalmente apprezzato l’arduo sforzo che il funzionario comunale ha compiuto per far quadrare il bilancio, senza aver aumentato il costo dei servizi, nonostante sia avvenuta una riduzione dei trasferimenti da parte dello stato di circa € 600.000. In questa epoca congiunturale, gli interessi della cittadinanza e dei cittadini sono da preferire rispetto a quegli atteggiamenti pretestuosi che trovano collocazione in quelle logiche opportunistiche di gruppi o gruppetti. Ho apprezzato, inoltre, la disponibilità da parte del Sindaco Edoardo Beccia di recepire proposte da me formulate per il bene della cosa comune, quali: la rideterminazione del TOSAP, la rideterminazione dei contratti dei loculi cimiteriali, il potenziamento di repressione e prevenzione da parte del Corpo di Polizia Municipale, la riscossione anche coatta per l'approvvigionamento dell'acquedotto rurale e, dulcis in fundo, la riduzione del numero degli assessori per poter abbattere i costi della politica cosi come avevo richiesto in un documento pubblico del marzo 2011. Inoltre, in pieno svolgimento di consiglio ho reso noto ai miei colleghi consigliere di aver protocollato e consegnato al segretario una ennesima interpellanza circa la situazione annosa e dolente del famoso caso di RIONI CROCI che ancor oggi non vede restituire alla cittadinanza il contenitore socio culturale.
Dda: Come spiega i sordidi attacchi verbali e virtuali che sta subendo in questi ultimi tempi?
R.: Parafrasando una frase di Paolo Borsellino che disse : “Non mi piace questa città, per questo ho cominciato ad amarla” ho dato voce ad una mia sofferenza, ho coniugato un mio motto: “Non mi piace questa politica, per questo ho deciso di seguire sentieri diversi”. Il dissentire, il dissociarmi da una ideologia che non mi rispecchiava ha dato origine a invettive e turpiloqui. E’ dopo l’aver visto e vissuto dal di dentro come è amministrata la città da parte di tutti gli schieramenti politici che si è rafforzato in me il desiderio di cambiamento … Il mio voler rompere i vecchi schemi, il non badare a burocrazie interne, ma agire sul campo, vicino ai cittadini sempre in movimento alla ricerca del progresso. Il mio impegno politico non ha tornaconti personali; è solo un forte amore per la mia città, la terra dove sono cresciuto e vivo, che alimenta il desiderio di mettere a disposizione le mie energie, il mio entusiasmo, la mia passione per il bene comune, che nutre e accresce il sogno in cui sono nato, cioè “Una città diversa, al passo con la storia e con le esigenze della società”.
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