DJANGO UNCHAINED
Quentin Tarantino
Uscita nelle sale italiane: 17 gennaio 2013
Genere: Western
Quando Tarantino si mette dietro la macchina da presa, i brividi iniziano a salire per tutto il corpo, pensando a cosa la sua "mente malata" possa tirar fuori, dopo che ha sfornato capolavori uno dietro l'altro. Ebbene, l'ennesimo omaggio, ma tutti sappiamo che gli omaggi di Mr. Quentin sono omaggi solo nel termine, in quanto le pellicole, poi, diventano tutte sue, il suo marchio è indiscutibile. Come riesce a reinterpretare le cose lui, non lo fa nessuno. Nel 2013 riportare il western al cinema, lo spaghetti western, era una missione difficilissima, anche se il western ultimamente sta tornando di moda, grazie anche al favoloso lavoro dei fratelli Cohen, Il Grinta, risulta purtroppo un genere "morto" da anni. Morto, per modo di dire, perchè se analizziamo i tempi, i western sono usciti, staccandosi un pò dall'origine, ok, ma son pur sempre western come, Gli Spietati, Pronti a morire, Appalosa, Quel treno per Yuma, ecc. sino ad arrivare, appunto, a Django. In questa nuova pellicola si denota tutto l'amore che il maestro nutre per questo genere, finalmente ha realizzato il suo sogno di dirigere un western, e ce l'ha fatta, nel migliore dei modi, direi io. Django sono 3 ore di puro cinema e divertimento, un'analisi perfetta del periodo dello schiavismo, sottolineata dalla crudezza delle immagini, e dallo spudorato uso della parola "negro", a qualcuno potrebbe dar fastidio, ma così era, e così Quentin ce lo fa vedere, sporco, cattivo, irritante. Le citazioni ai film western che hanno fatto epoca sono sparse in tutta la pellicola, Leone, Ford, e sopratutto Corbucci, il cameo di Franco Nero è divertentissimo, la presenza in scena di Tarantino strappa risate a non finire, le musiche scelte, una vera poesia per le orecchie. Persino il brano cantato da Elisa di Morricone risulta azzeccato, tutto è stato curato nei minimi dettagli. Due plusvalori d'eccezione: Leonardo DiCaprio, sublime, bastardo senza freni, il villain per eccellenza, scritto in maniera soprafina, pulita, perfetta. E Samuel Jackson, a mio avviso, la migliore interpretazione di tutto il film. UNICO, letteralmente ruba la scena, un incanto vederlo in opera, il suo "esser bianco" irrita di più di tutti i bianchi razzisti dell'epoca, del film. Non dico altro, è un altro capolavoro del genio Tarantino, non lo paragono a nessuna delle sue pellicole, in quanto ogni sua pellicola è a se, unica, irripetibile.
Gianfranco Poliseno
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