“…Dottore, insieme al posto di lavoro ho perso anche la mia identità…”
È questa una tipica frase che mi capita spesso di ascoltare nel mio studio da parte di miei pazienti che, in questo periodo, hanno perso il proprio posto di lavoro e si ritrovano ad essere disoccupati. Questo accade perché il nostro lavoro è strettamente legato con l’idea che abbiamo di noi stessi, ci definisce e contribuisce al nostro sentirci utili nel mondo. La nostra cultura è fondata su quello che le persone fanno nella vita. Il legame tra il lavoro e la percezione del proprio valore si stabilisce, infatti, in un’età precoce e viene rinforzato lungo tutto il corso della vita. Una delle prime cose che, infatti, chiediamo ai bambini è cosa vogliono fare da grandi e quando conosciamo una persona, una delle prime informazioni che domandiamo è cosa fanno nella vita. Il lavoro diventa così una parte essenziale della definizione di sè. Ecco perché, per molte persone, essere licenziati rappresenta la perdita della loro identità, del ruolo sociale, della capacità di sostentare se stessi e magari la propria famiglia.
Numerose ricerche hanno evidenziato che la perdita del posto di lavoro provoca un peggioramento della propria condizione di salute e aumenta la probabilità di ammalarsi. Perdere il proprio impiego a causa di un licenziamento o della chiusura dell'azienda per la quale si lavorava, comporta infatti un maggior rischio d'incidenza di svariati disturbi sia fisici che psicologici, associati alla sfera dello stress come nervosismo, irascibilità, intrattabilità, senso di perdita, affaticamento, o anche sintomi più gravi quali depressione, attacchi di panico, ansia o persino disturbi psicosomatici come la gastrite, dermatiti, mal di testa, ipertensione, ecc…
In fasi di grave crisi, come quella attuale, diventa fondamentale per l'individuo possedere la capacità di reagire positivamente ai cambiamenti, mutando le difficoltà in opportunità.
Il lavoro sicuro è come la bambagia che ci dà sicurezza e ci fa vivere una vita tranquilla, spesso però, senza darci l’opportunità di realizzare i nostri più intimi desideri, ci accontentiamo di ciò che abbiamo senza darci l’opportunità di cambiare.
Quando si perde la sicurezza raggiunta, invece, si è costretti a rivedere tutto, magari a trovare o a crearsi un nuovo lavoro e scoprire delle risorse inesplorate di se stessi.
Se si riesce a coniugare l’abilità con il piacere, lavorare assumerà nuove connotazioni, porterà nuove energie e permetterà di dare un nuovo e inaspettato slancio alla propria vita. Tutto dipende dal nostro atteggiamento mentale.
Ed allora, cosa possiamo fare concretamente per venirne fuori?
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ABBIATE UN ATTEGGIAMENTO MENTALE POSITIVO: fermatevi un momento a riflettere su qual è la vostra modalità tipica di affrontare una situazione problematica. In generale, siete degli ottimisti o dei pessimisti? Sappiate che, a parità di difficoltà o di problemi nella vita, gli ottimisti ottengono i migliori risultati! Perchè questo?
Perchè gli ottimisti trovano in ogni esperienza della vita, bella o brutta che sia, un insegnamento, qualcosa da imparare, un lato positivo da cui attingere qualcosa di utile, di importante, e questo loro atteggiamento costruttivo permette loro di agire nel migliore dei modi per risolvere il problema, per trovare una soluzione giusta ed ottimale. -
CONCENTRATEVI SULLA SOLUZIONE E NON SUL PROBLEMA: spesso commettiamo un errore gravissimo quando vogliamo cambiare qualcosa di negativo nella nostra vita: ci concentriamo sul problema che vogliamo eliminare e non su quello che vogliamo acquisire. Ogni volta che ci concentriamo su quello che vogliamo modificare, sulle cose negative che non vogliamo più, portiamo la nostra mente a ragionare nel modo usuale e non funzionale, costringendola a rimanere intrappolata in un circolo vizioso, nel suo antico modo di ragionare di sempre che, probabilmente, è causa del nostro problema e non è, sicuramente, la soluzione.
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PONETEVI LE GIUSTE DOMANDE: ecco alcune domande che potete rivolgervi, in generale, nei momenti difficili della vostra vita, per risolverli al meglio:
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Cosa posso imparare da questa esperienza difficile?
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Come posso trovare una soluzione a questo problema?
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Qual è il cambiamento positivo o il vantaggio che può nascere da questa situazione negativa che sto vivendo?
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PASSATE SUBITO ALL’AZIONE: dopo aver risposto alle domande, ad esservi preparati una strategia di risoluzione del problema “perdita del lavoro”, cosa resta da fare secondo voi? Passare immediatamente all’azione e non cedere alla cosiddetta “Rimandite” (la tendenza, cioè, a rimandare: inizio da lunedì, dopo lo faccio, forse è meglio aspettare un po’, ecc…) che vi fa trovare mille scuse per non mettervi subito in gioco e che vi fa soltanto perdere tempo, e quindi, posticipare l’ottenimento dei risultati.
Seguite questi consigli alla lettera e vedrete migliorare, giorno dopo giorno, la vostra autostima, la qualità della vostra vita e soprattutto riuscirete a trovare un nuovo lavoro che vi entusiasmi e che vi piaccia più del precedente. Se fino ad ora avete reagito negativamente alle difficoltà della vita, è arrivato il momento di cambiare in meglio voi stessi.
Un sincero in bocca al lupo e buon lavoro!
P.S.: Se avete dei quesiti da porre a Salvatore Panza, scrivete nell’area commenti o, se preferite una comunicazione privata, inoltrateli direttamente alla casella di posta del Dottore: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . Per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al: 340.2351130.
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