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News Maggio 2024 Appello perTroia (Fg) Capitale Italiana Cultura 2029
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Appello perTroia (Fg) Capitale Italiana Cultura 2029

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News - Maggio 2024
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Appello per candidare Troia (Fg) a Capitale Italiana Cultura 2029

Raggiunto l’apprezzabile risultato, per la Capitanata, di avere Monte Sant’Angelo e Lucera quali Capitali Regionali della Cultura, dopo aver entrambe provato a cogliere e sfiorare la più ambita consacrazione nazionale, credo ci possano essere tutti i presupposti per sollecitare istituzioni locali e rappresentanti politici regionali e nazionali a sostenere la candidatura di TROIA (Fg) a Capitale Italiana della Cultura 2029. Un riconoscimento nel ventaglio delle possibilità, verosimilmente auspicabile, che farebbe perno sulle radici storiche, culturali ed ecclesiali della cittadina: al centro di vicende cruciali e ‘centro’ di presenze illustri e prestigiose per l’influenza culturale a lungo esercitata sul circostante territorio del Subappennino Dauno, denominato - in seguito - dei Monti e Colline Dauni. E che potrebbe accompagnare e qualificare, nel suo iter, il progetto di richiesta del riconoscimento quale Patrimonio Mondiale tutelato dall’Unesco de “I Rosoni di Puglia”. Troia che riprende il ruolo di propulsore di processi culturali territoriali avviato, a suo tempo - su stimolo delle Fondazioni Bancarie aderenti all’ACRI - col varo del Distretto Culturale ‘Daunia Vetus’, per accendere consapevolezza diffusa dei patrimoni custoditi da valorizzare, condividere e promuovere e farne strumento di crescita, di confronto e di scambi tra le diverse comunità. Un contesto che vede la storica cittadina al centro del dedalo dei Cammini - al crocevia della Via Francigena del Sud - e dei tratturi della transumanza più autoctona; a ridosso del Tavoliere delle Puglie, ancora oggi stigmatizzato come il Granaio d’Italia. Presidio strategico per condottieri, imperatori, vescovi e pontefici: da Annibale al Catapano Bizantino Boioannes, da Roberto il Guiscardo a Federico II, da Gualtiero di Palena a Guglelmo II il Normanno, a Mons. Emilio Giacomo Cavalieri e all’episcopus fiorentino Giannozzo Pandolfini. Da Ettore De Pazzis a Innocenzo da Imola, fino al Presidente del Consiglio Antonio Salandra e all’astrofisico che per primo ha fotografato il Buco Nero: Luciano Rezzolla. A cui va aggiunta l’incisiva influenza benedettina nei secoli che, nella competizione monastica con l’ordine dei basiliani, produrrà testimonianze bibliofile di prestigiosa importanza: come i preziosi rotoli pergamenacei degli Exultet, che con quelli baresi rappresentano ¼ al mondo dell’eminente patrimonio ad oggi sopravvissuto. Senza trascurare i giochi di sponda con la vicina Lucera, che Roma premiò per la sua fedeltà facendone fulcro giurisdizionale e polo culturale del Subappennino Dauno, con la prossimità della testimonianza franco-provenzale di Faeto-Castelluccio Valmaggiore-Celle San Vito; con l’eccellenza eno-gastronomica di Orsara di Puglia, la vivacità innovativa di Biccari - che dette i natali a Ralph De Palma e a Donato Menichella, nonché col filo teso con Bovino, le sue Stele Daunie e il Santuario di Valleverde: custode addirittura di una parte delle reliquie dei Martiri di Otranto. Fino al vanto dei Palazzi gemelli dell’Episcopio Troiano e di Palazzo Dogana a Foggia di impronta vanvitelliana. Un raggio di luce contaminante, che - come quello di un faro - raggiunge la dorsale costiera di Siponto, Manfredonia e l’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara, il Percorso Longobardorum col Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, la meta devozionale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, gli affascinanti Grifoni di Ascoli Satriano e l’adiacente Villa Faragola, ma anche il Piano delle Fosse Granarie a Cerignola e le Faggete della Foresta Umbra, con i due laghi salmastri di Lesina e Varano. Un concentrato di bellezza, di stupore e di meraviglia che merita di essere più conosciuto e meglio condiviso e che ci stimola ad ambire al ruolo di Capitale Italiana della Cultura 2029: l’anno in cui la Città di Troia festeggerà i 1010 anni dalla sua fondazione, avvenuta sui resti dell’antica Aecae.

Antonio V. Gelormini

Presidente Comitato promotore “I Rosoni di Puglia” per l’Unesco

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