Riparte il Processo sulla bomba ecologica di Giardinetto
News - Ottobre 2013 |
Una vicenda che si protrae ormai da troppi anni
Questa mattina è ripartito il "Processo" sulla discarica di Giardinetto (agro di Troia) presso il Tribunale di Lucera. Durante l'udienza dibattimentale l'associazione dei consumatori CODICI, che già da tempo si era interessata alla vicenda (inoltrando a fine 2009, diverse richieste di accesso agli atti all’Asl di Foggia ed al dipartimento provinciale di Foggia dell’Arpa Puglia al fine di acquisire informazioni in merito all’indagine epidemiologica, ai sensi del Decreto Legislativo n.195 del 19 agosto 2005), si è costituita parte civile, insieme al Comune di Castelluccio dei Sauri, al Comune di Troia, all’Associazione "Udico", a Legambiente, all’Associazione "Salute e Territorio" di Troia ed a singoli cittadini. Ricordiamo che nel processo sulla discarica di Giardinetto situata in agro di Troia, sono tre gli imputati della società I.A.O. srl accusati, tra cui figurano il consulente tecnico ed il rappresentante legale della società. A loro carico diversi capi di imputazione tra cui l’accusa di disastro ambientale con pericolo della pubblica
incolumità. Ma non solo: si parla di presenza di fanghi neri e maleodoranti contaminati da inquinanti tossici e nocivi; di rifiuti presenti nel sottosuolo; di rifiuti costituiti da materiale friabile fra misto di cemento e residui di mattoni contaminati da inquinanti tossici e nocivi, di abbandono di ingenti quantità di rifiuti pericolosi costituiti da pannelli di eternit contaminati da fibre di amianto con derivato pericolo per la salute pubblica; di falsa attestazione alla Regione Puglia della messa in sicurezza e bonifica dell’amianto, omettendo la rimozione, lo smaltimento e la bonifica dei capannoni sui cui tetti erano presenti pannelli di eternit in cattivo stato di conservazione. L’ultima udienza del processo risale al 4 aprile scorso, che ha visto la sostituzione di uno dei tre giudici del collegio e la decisione di fissare una nuova udienza per oggi, giovedì 3 ottobre 2013. Si tratta di una vicenda che si protrae ormai da troppi anni, cominciata il 2 luglio 1999 con il primo sequestro che ha portato il C.T.U., professor Masi ad esprimere nelle conclusioni della perizia disposta dal Tribunale un giudizio di situazione “potenzialmente pericolosa”. L’area è stata definita una “bomba ecologica”: sotto inchiesta la società IAO, che avrebbe occultato nel sottosuolo su una superficie di 70ettari, migliaia di tonnellate di rifiuti molto pericolosi (amianto, cadmio, cromo esavalente ed altri metalli pesanti di natura cancerogena). Gli scarti letali provengono prevalentemente da: Germania, Francia, Corea del Sud, Italia Settentrionale e perfino dall’Enichem di Manfredonia. Oggi, il Pubblico Ministero ha depositato un’ampia documentazione e le parti hanno fatto richieste istruttorie sull’ascolto di testimoni e sull’esame degli imputati. Il Tribunale ha disposto preliminarmente una perizia sulla verifica della sussistenza e dell’ entità del disastro ambientale e sull’opera essenziale per la bonifica. Fino al 15 marzo tutte le parti potranno porre quesiti al perito nominato, l’ingegner Masi dell’Università di Potenza, in vista dell’udienza successiva fissata per il 31 marzo prossimo.
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