La Settimana Santa a Troja
News - Marzo 2015 |
Nel 1702 avvenne nel reame di Napoli un violento terremoto e aeromoto, che colpì anche Troja. Il vescovo mons. Giacomo Emilio Cavalieri, per scuotere la popolazione intiepidita nella Fede, si vestì con un rozzo saio, e, incoronatosi di spine, flagellandosi e camminando scalzo, si caricò sulle spalle una pesante croce portandola in giro per il nostro paese.
A questo avvenimento si fanno risalire le celebrazioni paraliturgiche della Settimana Santa: la visita ai “Sepolcri, le “Catene”, la processione dei “Misteri”, mentre il “Bacio” può avere avuto origine dagli scambi culturali intercorsi con i paesi interessati dalla transumanza.
Questa sera, pertanto, i riti iniziano con la visita ai “Sepolcri”, allestiti nelle principali Chiese della nostra cittadina. Vi partecipano singoli o gruppi isolati di fedeli e gruppi appartenenti alle Congreghe religiose cittadine.
Venerdì Santo, cinque uomini incappucciati con sai bianchi trascineranno a piedi nudi pesanti catene, legate alle caviglie. Sulle spalle, ognuno di loro porterà una pesante croce in legno, delle quali, la prima, ha nel capocroce due dadi dipinti: pare sia la croce usata dal citato vescovo Cavalieri. La suggestiva processione partirà, come vuole la tradizione, dalla chiesa di San Basilio Magno, accompagnata dal religioso silenzio dei fedeli, interrotto, solo, dal sinistro rumore delle pesanti catene striscianti sulla pavimentazione stradale. Le “Catene” si dirigeranno ai “Sepolcri”, dove i cinque penitenti si raccoglieranno in preghiera. Per tradizione il penitente che inizia la pratica di pietà può interromperla solo se la tramanda ad un proprio familiare dopo un periodo di almeno 5 anni.
La sera del venerdì Santo, la processione dei “Misteri”.......(continua)
notizie tratte dalla guida “Troja” di G. Guadagno, edita da “Daunia Studi” nel luglio 1998
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