Italian English French German Portuguese Spanish

Le nostre "RUBRICHE" sono on-line! Registratevi per accedere alle aeree private.
News Novembre 2011 La Filodrammatica Duce...
Back to Top

La Filodrammatica Duce...

(1 voto, media 5.00 di 5)
Valutazione attuale: / 1
ScarsoOttimo 
News - Novembre 2011
Share Link: Share Link: Google Facebook Myspace Ask Yahoo Bookmarks

...una Compagnia teatrale d’altri tempi

Testimonianza di un’esperienza giovanile vissuta all’epoca del Fascismo.

Deliceto - Ogni tanto amo rifarmi a quel famoso pensiero espresso dallo scrittore africano Amadou Hampâtè Bâ, diventato come un proverbio, ovvero: “Quando un vecchio muore è una biblioteca che brucia”, e mi chiedo quante volte ho attinto notizie alle tante biblioteche, metaforicamente parlando, ancora aperte del mio paese che, come pubblicista, mi augurerei non bruciassero mai. E questo, è solo uno dei tanti esempi in cui, grazie alla memoria straordinaria di un nostro concittadino di ben novantacinque anni, mi è stata offerta la testimonianza di un evento ormai lontanissimo nel tempo, e di cui nessuno avrebbe potuto leggerne mai l’accaduto, ma che grazie a questo giornale resterà indelebile nella storia, se pur piccola, del nostro paese. Siamo in pieno Ventennio fascista (anno 1933), un gruppo di giovani delicetani, tutti rigorosamente dilettanti, spronati e guidati da un arciprete originario di Lecce, certo don Fernando Taurino, alla guida della Parrocchia di S. Rocco, decide di mettere su, una compagnia teatrale, che per ossequio al capo del governo dell’epoca, nonché al Regime imperante, si decide di denominare «Filodrammatica Duce». La compagnia è composta di oltre venti attori, alcuni dei quali barbieri, sarti, operai, o semplici casalinghe, che per la prima volta si cimentano in quella straordinaria esperienza rappresentata dal teatro e che,

è mia intima convinzione, tutti dovrebbero provare nella vita. Oltre il mio interlocutore-confidente, Francesco Di Flumeri (mast’ Cicce - barbiere) all’epoca diciassettenne, ricordiamo Benvenuto Capozzi, Benvenuto Sene, Carmine Manzi, Mastrolonardo Agnesina, lo scenografo Pietro Castrucci coadiuvato da Mastrolonardo Antonio. Gli abiti erano realizzati in proprio dai neo-attori o dai loro famigliari. Si parte con l’opera in cinque atti “S. Rocco”, e si va in scena nella ex Casa della Corte, attuale civico 59 di Corso Margherita, chiamata all’epoca «Palazzo del Fascio», locali sovrastanti l’attuale sede della Pro-Loco, di fronte la Chiesa Madre (da Deliceto Notizie Storiche - Prima parte - a cura di Grazia Iossa). Il lavoro teatrale fu dato in due date, una prima volta nell’autunno del 1934, l’altra nel successivo periodo natalizio. Particolare curioso che vale la pena riportare, è che faceva parte della compagnia anche un cane, addestrato per lunghi mesi a sostenere il ruolo del cane di S. Rocco. La sala poteva contenere circa cento posti a sedere; il costo del biglietto - due lire. Fu un successo straordinario tanto che la compagnia dovette sobbarcarsi ben ventidue repliche. Alla fine di ogni serata erano applausi e lanci di confetti a profusione. I nostri giovani decisero di bissare il successo iniziale portando sul palcoscenico della Sala Fascio, l’anno successivo, l’opera «S. Antonio», e poi ancora «Ezzelino da Romano», (famoso e feroce condottiero vissuto fra il 1194 e il 1259 sotto Federico II).  Quest’ultimo lavoro, nell’attuale palazzina recentemente ricostruita, all’imbocco di Via G. Bonuomo. Tutti gli incassi, con un atto di grande generosità e altruismo furono devoluti alla Casa di Rieducazione Minorile presso la Consolazione. Dopo alcuni anni di attività la compagnia si sciolse; forse i venti di guerra che incominciavano a soffiare in Occidente consigliarono di dedicarsi ad altro.


 

Sponsor

 

 

 

Valid CSS! [Valid RSS]

Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.