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News Dicembre 2013 A TROIA IL DIBATTITO DI ‘FAREAMBIENTE’
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A TROIA IL DIBATTITO DI ‘FAREAMBIENTE’

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News - Dicembre 2013
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Si è svolto il 29 novembre il convegno del movimento ecologista guidato da Vincenzo Pepe. Al centro il suo libro ‘Non nel mio giardino’ dal quale hanno preso spunto tutti gli interventi

‘Erice, tra governo del territorio e sviluppo sostenibile’, questo il titolo dell’incontro organizzato dal movimento ecologista europeo FareAmbiente, che si è tenuto ieri sera, 29 novembre 2013, a Troia.

Al centro degli interventi il libro di Vincenzo Pepe, presidente del sodalizio, dal titolo ‘Non nel mio giardino’, in inglese ‘Not in my backyard’, espressione conosciuta da chi tratta le materie ambientali e frequenta i circoli ambientalisti di prima generazione, come Sindrome NImBy, cioè l’atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno realizzate.

Vincenzo Pepe eclettico ricercatore della Seconda Università di Napoli, vuole far conoscere un tipo di ambientalismo diverso, più aperto meno ingessato e meno strumentalizzato. Ed è stato questo il filo conduttore dell’incontro, al quale hanno partecipato: il Sindaco di Troia, Edoardo Beccia; l’autore del libro, Vincenzo Pepe, docente e Presidente Nazionale ‘FareAmbiente’; il geologo Francesco Bacchelli; Marcello Amoroso, libero professionista; Simona Rosito di FareAmbiente Nazionale; Mario De Angelis, presidente Consorzio CON.F.A.T.; Giuseppe Palladino, presidente Consorzio CO.GE.RA; Maurizio Magnatta, presidente Consorzio Daunia & Bio; Giorgio Mercuri, Presidente Nazionale Fedagri-Confcooperative; Matteo Cuttano, Vice Sindaco Comune di Troia;  Giannicola De Leonardis, Consigliere Regionale Puglia. Ha coordinato i lavori, Giuseppe Malara, Giornalista RAI. Presenti i sindaci di Faeto, Antonio Melillo; Alberona, Tonino Fucci; di Accadia, Paquale Morgante.

 

 

 

Non è stato un saluto convenzionale quello del Sindaco di Troia, Edoardo Beccia, che ha introdotto l’incontro parlando di ambiente con la sua estensione più importante: quello della qualità della vita e del diritto alla salute.

Di solito quando si parla di ambiente si registrano tanti ‘no’, in questo libro si parla di ‘si’. Per cui bisogna mettere da parte l’ambientalismo di destra o di sinistra. Meglio aggettivarlo con la parola “sostenibile”.

E’ di questo avviso Vincenzo Pepe, che ha voluto ricordare l’iniziativa del sindaco di Torraca che ha utilizzato lampade a led per l’illuminazione pubblica del suo paese. Ma anche le pale eoliche di Troia, “che non sono belle ma producono tanta energia pulita”. Esempi di politica ambientale concreti, che guardano con attenzione alla qualità della vita, oltre che al risparmio energetico. “La tecnologia - ha detto il presidente di FareAmbiente - non va demonizzata né ideologizzata. L’obiettivo è quello dello sviluppo sostenibile, capace, cioè, di calcolare il rischio adottando quello più accettabile, ragionevole”. Ma ‘ambiente’ è tutto ciò che ci circonda. E’ anche cultura e storia, che non  va solo conservata, non può essere mummificata, ma promossa con adeguate azioni di marketing.

“Pillole di ambientalismo sostenibile”, le ha definite Malara, sollecitando l’intervento di Francesco Bacchelli, che ha colto l’occasione per leggere il saluto del Ministro dell’Ambiente Nunzia De Girolamo, secondo la quale “la politica deve cambiare, uscire dall’emergenza e fare programmazione attraverso una vera e propria rivoluzione culturale”.

D’accordo Bacchelli, che, però, ha denunciato: “l’Italia è leader nel mondo per l’efficientamento energetico ma da questo non trae profitti” per la sua incapacità ad internazionalizzare brevetti e prodotti. Ma anche per la mancanza di tutele e di controllo ragionato del territorio.

“Eppure le leggi ci sono. Ma non sono applicate”, ha dichiarato Marcello Amoroso. Così come è del tutto evidente che pur avendo un patrimonio agroforestale di enorme importanza, “è sempre difficile creare opportunità imprenditoriali”, ha detto Mario De Angelis, presidente CON.F.A.T., che ha parlato di complicati iter autorizzativi, che condiziona negativamente il tempo che intercorre dalla progettazione fino alla cantierizzazione. Il settore, attraverso la semplice manutenzione, potrebbe dare lavoro a migliaia di persone e eviterebbe costose e drammatiche emergenze ambientali.

“Si tratta, appunto, di mettere in campo un ambientalismo ragionevole”, ha detto in proposito Pepe, che nell’occasione ha fatto l’esempio delle centrali nucleari esistenti in prossimità dei nostri confini ma “non nel mio giardino”.

Il convegno si è occupato anche del rifiuto agricolo, da non concepire più come ‘scarto’ ma ‘residuo’ da utilizzare come risorsa, ha dichiarato Simona Rosito.

Ovviamente non è tutto facile, come dimostrano le produzioni biologiche. A sostenerlo è stato Maurizio Magnatta, che ha anche parlato delle difficoltà del settore, condizionato dalle mistificazioni e dalla burocrazia.

“Concetto bio da spingere in Italia”, ha insistito Gianluca Anselmi, per il quale il nostro Paese ha tutte le caratteristiche territoriali utili allo scopo.

Sempre sullo sfondo del convegno la questione occupazionale. Perché Ambiente significa anche lavoro. “Ma bisogna conoscerlo per tutelarlo”, ha detto Antonio Del Re. Ad esso possono legarsi i paesi spopolati, che hanno la facoltà di creare, attraverso la cultura ambientale, vere e proprie opportunità per i giovani.

Non sfugge a questa regola la nostra agricoltura, che può trarre grandi vantaggi dalla tutela dell’ambiente. Basta cambiare prospettiva per creare nuove potenzialità. Basta modificare anche solo il linguaggio per comprendere che c’è un nuovo modo di fare agricoltura. E’ quanto sostiene Giorgio Mercuri: “basta pensare alla parola ‘scarto’, che significa ‘da buttare’ mentre, invece, è più utile parlare di ‘sottoprodotto’, da recuperare. Scarti dei mezzi tecnici sono sottoprodotti da riutilizzare. I pesticidi, ormai, sono ‘agro farmaci’, hanno un altro significato perché più rispettosi dell’ambiente. Anche il modo di trasferire le notizie va curato. Ma non basta. “Occorre anche una politica diversa, che non può essere gestita da tanti, così come non è possibile, per esempio, che le stesse competenze vengano distribuite tra Ministeri diversi”.

Al termine dell’incontro Vincenzo Pepe ha detto: “occorre una idea nuova, quella del ‘fare’. Le politiche devono rifarsi all’ambientalismo ragionevole. Occorre utilizzare il buonsenso per governare il territorio”. Affermazione alla quale si è agganciato, in conclusione, Matteo Cuttano che ha ricordato come “a Troia si fa ambiente da tanti anni, con l’eolico, con la differenziata”, con l’occhio responsabile di tutti gli attori del territorio, attenti alla creazione di possibilità di lavoro.

 

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